Antonio Gramsci

22 gennaio 1891 - 27 aprile 1937

1891. Il 22 gennaio nasce ad Ales (Cagliari, ora Oristano) Antonio Sebastiano Francesco Gramsci, da Francesco, gerente del locale ufficio del registro, e da Giuseppina Marcias, quarto di sette figli (Gennaro, Grazietta, Emma, Antonio, Mario, Teresina, Carlo).

1894. Frequenta l'asilo di Sorgono gestito dalle suore vincenziane.

1895. Inizia a manifestarsi la sua malformazione fisica, dovuta al morbo di Pott, ma attribuita dalla famiglia ad una presunta caduta dalle braccia di una giovane domestica.

1897. A ottobre è iscritto alla prima elementare che non potrà frequentare per le precarie condizioni di salute.

1898. Il 9 agosto il padre è arrestato per una irregolarità amministrativa. La madre si trasferisce, con i 7 figli, a Ghilarza, ospite della sorellastra Grazia Delogu.

1900. Il 27 ottobre il padre è condannato a 5 anni, 8 mesi e 22 giorni di carcere; viene recluso nel carcere di Gaeta.

1903. Consegue la licenza elementare, ottenendo il massimo dei voti in tutte le materie. Per le difficili condizioni economiche della famiglia, deve interrompere gli studi. Inizia a lavorare presso l'Agenzia delle Imposte dirette e del Catasto di Ghilarza.

1904. Il 31 gennaio il padre viene scarcerato e torna dalla famiglia a Ghilarza. Studia privatamente per iscriversi al ginnasio.

1905. Nell'ottobre si iscrive alla terza ginnasiale presso l'Istituto Carta-Meloni di Santu Lussurgiu.

1908. Nel luglio sostiene gli esami da privatista per l'ammissione al liceo presso il Regio collegio Salvator Angelo de Castro di Oristano. Il 30 ottobre si iscrive al liceo Dettori di Cagliari.

1910. Pubblica sul quotidiano di Cagliari «L'Unione sarda» il suo primo articolo dal titolo A proposito di una rivoluzione.

1911. Conseguita la licenza liceale nel mese di luglio, trascorre alcuni mesi ad Oristano ospite dello zio Serafino come ripetitore del nipote Delio. Ad ottobre vince la borsa di studio del collegio Carlo Alberto di Torino per gli studenti disagiati delle vecchie province del Regno di Sardegna. Il 16 novembre si immatricola alla Facoltà di Lettere con indirizzo Filologia moderna dell'Università di Torino.

1912. Il prof. Matteo Bartoli gli assegna alcune ricerche sul dialetto sardo e gli affida la cura delle dispense per il corso di glottologia dell'anno accademico 1912-1913. Alla fine dell'anno trascorre le vacanze estive presso la famiglia a Ghilarza.

1913. Con la firma Alfa Gamma scrive sul «Corriere universitario» gli articoli Per la verità (5 febbraio) e I Futuristi (20 maggio). Assiste in Sardegna alla campagna elettorale in vista delle prime elezioni a suffragio universale maschile (26 ottobre - 2 novembre). Ai mesi successivi risale la sua iscrizione al Partito socialista italiano.

1914. Ad ottobre, nel dibattito sulla posizione del Psi di fronte alla guerra, interviene su «Il Grido del popolo», con l'articolo Neutralità attiva ed operante.

1915. Interrompe gli studi universitari e si dedica al giornalismo, intensificando i rapporti con il movimento socialista. Nel dicembre viene assunto nella redazione torinese dell'«Avanti!». Contemporaneamente collabora al settimanale «Il Grido del popolo».

1917. L'11 febbraio esce il numero unico della Federazione giovanile socialista piemontese «La Città futura», da lui integralmente curato. A settembre assume la direzione dell'esecutivo provvisorio della sezione socialista di Torino e dirige fino a dicembre il «Grido del popolo». Fonda con un gruppo di giovani socialisti torinesi il «Club di vita morale».

1918. Il 15 dicembre esce il primo numero dell'edizione piemontese dell'«Avanti!» diretta da Ottavio Pastore, di cui è redattore insieme a Alfonso Leonetti, Palmiro Togliatti e Leo Galetto.

1919. A febbraio pubblica un articolo dal titolo Stato e sovranità sul quindicinale «Energie nuove», diretto da Piero Gobetti. In aprile fonda con Togliatti, Angelo Tasca e Umberto Terracini, «L'Ordine nuovo», settimanale di cultura socialista, il cui primo numero esce il 1° Maggio. Sempre a maggio è eletto nella Commissione esecutiva della sezione socialista torinese.

1920. Dall'8 al 9 maggio partecipa a Firenze, in qualità di osservatore, alla riunione della frazione comunista astensionista di Amadeo Bordiga. Il 28 e 29 novembre prende parte al convegno di Imola, dove si costituisce ufficialmente la frazione comunista del Psi.

1921. Il 1° gennaio esce a Torino il primo numero de «L'Ordine nuovo» quotidiano, di cui assume la direzione. Partecipa a Livorno al XVII Congresso del Psi (15-21 gennaio). Entra a far parte del Comitato centrale del Pcd'I.

1922. Nel corso del II Congresso del Pcd'I (20-24 marzo), viene designato a rappresentare il partito nell'Esecutivo dell'Ic. Il 26 maggio maggio parte per Mosca con Bordiga e Graziadei. Dal 7 all'11 giugno, partecipa alla seconda conferenza dell'Esecutivo allargato dell'Ic. In difficili condizioni di salute, dopo i lavori della conferenza è ricoverato nella casa di cura Serebrjanij bor, dove conosce Eugenia Schucht, che vi è ricoverata, e, a settembre, sua sorella Giulia. Partecipa al IV Congresso dell'Ic (5 novembre - 5 dicembre). Il 25 novembre è ricevuto da Lenin.

1923. Impossibilitato a rientrare in Italia, a causa del mandato di cattura spiccato contro di lui il 2 marzo dal giudice istruttore del Tribunale di Teramo, rimane a Mosca. A giugno partecipa ai lavori del III Esecutivo allargato dell'Ic. Il 3 dicembre giunge a Vienna occupandosi tra l'altro della redazione della terza serie dell'«Ordine nuovo». Tiene un fitto carteggio con Togliatti, Terracini, Mauro Scoccimarro.

1924. Il 12 febbraio esce a Milano il primo numero de «l'Unità». Eletto deputato alle elezioni politiche del 6 aprile nella circoscrizione del Veneto, il 12 maggio rientra in Italia. Entra nell'Esecutivo del Pcd'I e si trasferisce a Roma, dove prende alloggio presso la famiglia tedesca Passarge, prima in via Vesalio 6, poi alla fine dell'anno in via Morgagni 25. Il 10 agosto, a Mosca, Giulia dà alla luce il loro primo figlio, Delio. Pochi giorni dopo, è eletto segretario del partito.

1925. Alla fine di gennaio conosce a Roma Tatiana (Tania) Schucht, sorella maggiore di Giulia. Tra il marzo e l'aprile, torna a Mosca e partecipa ai lavori del V Esecutivo allargato dell'Ic. Il 16 maggio interviene alla Camera contro il disegno di legge sulle associazioni segrete, presentato da Mussolini e da Alfredo Rocco. Nell'estate inizia a lavorare insieme a Togliatti alle tesi per il congresso. Nell'ottobre Giulia e il piccolo Delio, insieme con la sorella Eugenia, lo raggiungono a Roma.

1926. Al III Congresso del Pcd'I (Lione, 20-26 gennaio) presenta la relazione sulla situazione politica generale. Alla fine di agosto compie una breve vacanza a Trafòi (Bolzano), con Delio, Eugenia e Giulia. Quest'ultima, nuovamente incinta, torna a Mosca, dove il 31 agosto nasce Giuliano. L'8 novembre, in seguito alla promulgazione delle leggi eccezionali, è arrestato e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli in assoluto isolamento. Il 18 novembre è assegnato al confino di polizia; il 25 lascia Roma diretto ad Ustica, dove giunge il 7 dicembre.

1927. Il 14 gennaio Enrico Macis, giudice istruttore del Tribunale militare di Milano, emette contro di lui un mandato di cattura. Il 20 gennaio è arrestato e tradotto al carcere di San Vittore a Milano. La dura vita del carcere si ripercuote sulla sua salute. Il 14 maggio Tatiana lo raggiunge a Milano, ma si ammala ed è ricoverata fino al mese di agosto; avrà il primo colloquio con il cognato il 5 settembre.

1928. Il 28 maggio si apre a Roma, presso il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, il processo – il cosiddetto «processone» – contro Gramsci e il gruppo dirigente del Pcd'I. Il 30 maggio è interrogato in aula. Il 4 giugno è emessa la sentenza che lo condanna a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione. A causa delle sue compromesse condizioni di salute è destinato alla casa penale per minorati fisici e psichici di Turi.

1929. A gennaio ottiene il permesso di scrivere, e l'8 febbraio inizia la stesura dei Quaderni. Al momento di lasciare Turi, ne avrà redatti ventuno.

1930. Il 16 e il 23 giugno riceve la visita del fratello Gennaro. Verso la fine dell'anno, con l'arrivo a Turi di alcuni compagni di partito, comincia un ciclo di discussioni sugli intellettuali e il partito e sulla Costituente. Queste posizioni provocano le reazioni di alcuni compagni di carcere, che l'accusano di non essere in linea con la politica dell'Ic, che ha abbandonato la tattica del fronte unico.

1931. Il 23 febbraio chiede notizie di Umberto Cosmo, suo professore negli anni universitari. Entra in vigore il nuovo Regolamento per gli istituti di prevenzione e pena, sulla base del quale dal 13 luglio gli è concesso di scrivere alla famiglia una lettera a settimana.

1932. Le sue condizioni di salute continuano a peggiorare; nella seconda metà di ottobre è visitato dal sanitario del carcere. In seguito ai provvedimenti di amnistia e al condono per il decennale della Marcia su Roma, la sua condanna viene ridotta a 12 anni e 4 mesi. Inizia la stesura dei Quaderni «speciali». Il 30 dicembre a Ghilarza muore la madre.

1933. In seguito all'aggravarsi della sua malattia, in ottobre presenta istanza di trasferimento che viene accolta. Il 19 novembre lascia la casa penale di Turi e, dopo una breve permanenza nell'infermeria del carcere di Civitavecchia, raggiunge la clinica del prof. Cusumano a Formia. Riceve la visita di Piero Sraffa.

1934. Il 14 ottobre l'ispettore di Pubblica sicurezza Antonio Valenti gli comunica l'accoglimento della richiesta della libertà vigilata. Il 26 ottobre il decreto è firmato dal giudice di sorveglianza di Roma.

1935. In seguito ad una nuova crisi, nell'agosto è trasferito alla clinica Quisisana di Roma. Interrompe definitivamente la stesura dei Quaderni, di cui ne risultano redatti complessivamente 29 di note e 4 di traduzioni.

1937. Terminato il periodo di libertà condizionale e riacquistata la piena libertà, il 25 aprile è colpito da emorragia cerebrale. Due giorni dopo muore. Le sue ceneri sono dapprima depositate nel cimitero del Verano e nel settembre dell'anno successivo trasferite al Cimitero acattolico di Roma.

Complessi archivistici

Archivio Antonio Gramsci