Palmiro Togliatti

26 marzo 1893 - 21 agosto 1964

Nacque a Genova il 26 marzo 1893 da famiglia piemontese. Il padre Antonio era impiegato statale, la madre Teresa Viale maestra.

Nel 1911 vinse una borsa di studio del Collegio Carlo Alberto per gli studenti delle province del vecchio Regno di Sardegna e si iscrisse alla Facoltà di giurisprudenza, presso l'Università di Torino: in questo periodo ebbe inizio l'amicizia con Antonio Gramsci. Si laureò nel 1914 con Luigi Einaudi, discutendo una tesi di economia politica sul regime doganale delle colonie.

Entrato nel Psi nel 1914, l'anno seguente iniziò a interessarsi attivamente alla politica. Nel 1918 cominciò le collaborazioni al «Grido del popolo» e nel 1919 divenne redattore dell'edizione torinese dell'«Avanti!». Nel mese di aprile, con Gramsci, Angelo Tasca e Umberto Terracini, fondò «L'Ordine nuovo», settimanale di cui curò la rubrica La battaglia delle idee. Al momento della fondazione del Partito comunista d'Italia (Pcd'I), nel 1921, era caporedattore de «L'Ordine nuovo», divenuto quotidiano. Dall'ottobre si trasferì a Roma per dirigere «Il Comunista». Eletto nel Comitato centrale del partito al II Congresso del Pcd'I (1922), fu escluso dalla delegazione che partecipò al IV Congresso dell'Internazionale comunista (Ic) per contrasti con Amadeo Bordiga. Il 28 ottobre sfuggì fortunosamente agli squadristi che devastarono la redazione de «Il Comunista». Poco dopo avrebbe fatto ritorno a Torino.

Nell'aprile del 1923 fu nominato membro nella Direzione del partito in Italia. Il 21 settembre fu arrestato per la prima volta e rinchiuso a San Vittore dove rimase fino alla fine dell'anno. Nel 1924 svolse la relazione politica di maggioranza alla I Conferenza nazionale del Pcd'I. Durante l'estate dello stesso anno partecipò al V Congresso dell'Ic e venne chiamato a fare parte dell'Esecutivo. Nominato nel Cc del Pcd'I, eletto d'autorità dall'Ic, fu nuovamente membro dell'Esecutivo. Il 2 aprile 1925 venne arrestato per la seconda volta e rilasciato per amnistia il 29 luglio. Al Congresso di Lione fu confermato nell'esecutivo e nominato rappresentante del Pcd'I presso l'Ic.

Giunto a Mosca il 14 febbraio, vi restò fino al gennaio dell'anno successivo quando assunse la direzione del Centro estero del partito, costituitosi a Parigi. Qui cominciò a dirigere «Lo Stato operaio», rivista teorica del Pcd'I. In maggio partecipò all'VIII Esecutivo allargato dell'Ic. Nel luglio il Centro estero del partito fu spostato a Lugano e nel 1928 venne trasferito a Basilea, dove in gennaio si svolse la II Conferenza nazionale del Pcd'I. Nel luglio T. si trasferì a Mosca dove partecipò al VI Congresso dell'Ic. Nel gennaio 1929 fu arrestato ed espulso dalla Svizzera. In luglio, prese parte al X Esecutivo allargato dell'Ic. Nel 1931 partecipò al IV Congresso del Pcd'I. Nel settembre 1934 fu eletto nel segretariato dell'Ic e preparò con Dimitrov il VII Congresso. Da ottobre a dicembre fu in Francia e in Belgio per organizzare gli aiuti alle vittime della reazione in Spagna e per seguire da vicino gli sviluppi della politica di fronte unico e fronte popolare in Spagna. La permanenza a Mosca fu interrotta da due viaggi in Spagna come inviato dell'Ic, nel luglio del 1937 e dal settembre 1937 al 1939. In seguito alla sconfitta della Spagna repubblicana, riparò avventurosamente prima in Algeria e quindi in Francia, dove pose a capo del Centro estero del partito Agostino Novella, Umberto Massola e Antonio Roasio, ai quali si aggiunse in seguito Celeste Negarville. Il 1° settembre venne arrestato a Parigi e rimase in carcere, sotto falso nome, per sei mesi. Scarcerato, raggiunse alcune settimane dopo l'Unione sovietica. Il 29 giugno 1941, con il nome di Mario Correnti, cominciò da Mosca le trasmissioni radiofoniche destinate all'Italia.

Il 27 marzo 1944 sbarcò a Napoli, tornando in Italia dopo 18 anni di esilio, promuovendo la "svolta di Salerno". Il 22 aprile divenne ministro senza portafoglio del nuovo governo Badoglio. In giugno usci il primo numero di «Rinascita», rivista di cui fu direttore fino alla morte. Dopo la liberazione di Roma, il 18 giugno fu confermato ministro senza portafoglio nel primo governo Bonomi, fu poi vicepresidente del Consiglio nel secondo governo Bonomi. Dalla metà di giugno ai primi di dicembre del 1945 fu ministro di grazia e giustizia nel governo Parri. Dal dicembre al 1° luglio del 1946 ricoprì lo stesso incarico nel primo gabinetto De Gasperi. L'8 agosto fu nominato segretario generale del Partito comunista italiano (Pci), carica formalmente vacante dall'arresto di Gramsci. Il V Congresso nazionale del Pci lo confermò segretario generale del partito. Nelle elezioni del 2 giugno 1946 fu eletto all'Assemblea costituente. Alle elezioni politiche del 18 aprile 1948, che segnarono la sconfitta del Fronte popolare, fu eletto alla Camera nella circoscrizione di Roma. Venne confermato in tutte le successive legislature, ricoprendo sempre la carica di presidente del Gruppo parlamentare comunista.

Il 14 luglio 1948 fu gravemente ferito all'uscita della Camera dei deputati dallo studente siciliano Antonio Pallante. In quell'anno, sotto la sua supervisione, cominciò la pubblicazione dei Quaderni del carcere di Gramsci. Il 17 dicembre 1950 si recò a Mosca dove rifiutò la richiesta di Stalin che lo voleva segretario del Kominform. Nel 1962 trasformò «Rinascita» in settimanale. Il 13 agosto 1964, mentre visitava il campo dei pionieri di Artak, nei pressi di Yalta, fu colpito da emorragia cerebrale. Mori il 21 agosto. I funerali si svolsero a Roma quattro giorni dopo, il 25 agosto.

Complessi archivistici

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