Partito comunista italiano. Federazione provinciale, Forlì

1943 - 1991

Il 15 ottobre 1920 si costituisce ufficialmente a Milano, all'interno del Partito socialista italiano, la frazione comunista. A Forlì, il 27 novembre dello stesso anno, si tiene il convegno provinciale dei vari gruppi comunisti, che segna la nascita della corrente comunista interna al Partito socialista provinciale. Al Congresso di Livorno, il 19 gennaio 1921 la frazione comunista si stacca da quella socialista e costituisce il Partito comunista d'Italia.

Il primo congresso dei comunisti romagnoli si tiene a Forlì il 24 aprile 1921, vi partecipano i delegati di 115 sezioni con oltre 5000 iscritti. Aldo Giulianini è eletto segretario della Federazione. Nel 1922 la federazione di Forlì, che comprendeva anche i comuni del circondario di Rocca San Casciano, con 2648 iscritti è la più numerosa dell'Emilia-Romagna e terza a livello nazionale.

Il mantenimento di una strutturazione organizzativa (anche se clandestina) durante la dittatura fascista permette al Pci, all'indomani del 25 luglio 1943, di riorganizzarsi velocemente anche a Forlì e, dopo l'8 settembre, di mettersi alla testa del movimento di liberazione forlivese, divenendo la principale forza organizzativa delle formazioni armate di Liberazione: l'8° Brigata Garibaldi "Romagna", la 29° Brigata Gruppi di azione patriottica (Gap) "Gastone Sozzi" e le Squadre di azione patriottica (Sap). Nell'ottobre del 1943 Adamo Zanelli, rientrato in Italia, è incaricato dalla Direzione del partito di assumere la responsabilità di segretario della federazione forlivese. L'anno successivo il Pci forlivese, che organizza oltre 5.000 militanti, si mette alla testa dei principali scioperi operai ed è in grado di produrre e diffondere numerose pubblicazioni clandestine: giornali, manifesti, volantini, nella media di circa 50.000 copie settimanali. A Liberazione avvenuta, il partito è già saldamente radicato in ogni comune della provincia e al VI Congresso provinciale (in preparazione del V Congresso nazionale) svoltosi a Forlì dal 28 al 30 settembre 1945, partecipano 455 delegati di 36.400 iscritti. Adamo Zanelli è riconfermato segretario.

Nel 1946 gli iscritti sono 50.280, di cui 13.166 donne. Dalla Direzione del partito, nel giugno del 1947, Antonio Cicalini è inviato a Forlì per sostituire Zanelli alla Segreteria provinciale, ed è poi confermato segretario al VII Congresso della federazione (Forlì, 20-22 dicembre 1947) fino al 5 febbraio 1949, quando il Comitato federale elegge nuovo segretario Giorgio Scarabelli, anche quest'ultimo inviato da Roma.

Nel 1949 nasce la Federazione di Rimini, che conta 13.000 iscritti. La federazione forlivese è quindi ridimensionata a trenta comuni, assumendo la fisionomia territoriale della attuale provincia di Forlì-Cesena.

Il 12 giugno 1956 il Comitato federale elegge segretario Sergio Flamigni, in sostituzione di Giorgio Scarabelli richiamato a Bologna. All'VIII Congresso federale del dicembre 1960 Flamigni è confermato segretario.

Dal 1968 al 1982 le sezioni della federazione passano da 162 a 204. Gli iscritti passano da 32.289, registrati nel 1969, ai 36.456 del 1977, per poi tornare progressivamente a 32.123 nel novembre 1988. La crescita elettorale è più significativa: alle elezioni politiche del 1968 il Pci in provincia di Forlì ottiene 145.597 voti pari al 41,39%, e nel 1976, con il 47,46% raggiungerà il suo massimo storico (195.389 voti).

Alle elezioni politiche del 1987, le ultime prima della trasformazione in Pds, il Pci in provincia di Forlì ottiene il 42,49% (190.406 voti).

L'attività politica ed amministrativa del Pci in provincia di Forlì, dal 1970 fino alla vigilia della trasformazione in Partito democratico della sinistra, è ben testimoniata da Giorgio Zanniboni, segretario della federazione dal 1972 al 1976, che ci dice come il periodo 1970-1976 fu per certi aspetti eccezionale. Nelle elezioni del 1970 si superarono le divisioni a sinistra e si formarono giunte composte da Pci, Psi e Psiup, che ereditarono una situazione pesante dalle amministrazioni precedenti. Il territorio era fanalino di coda della Regione Emilia-Romagna nella dotazione di servizi civili e sociali, fortemente arretrato sul piano socio-economico. Quindi, prosegue Zanniboni, i programmi portati avanti in quegli anni dalle amministrazioni locali comuniste in provincia si incentrarono su alcuni capisaldi: sviluppo della democrazia e costruzione degli organi di partecipazione a livello comunale e di quartiere; sollecitazione per la ripresa economica con particolare riguardo all'artigianati, all'agricoltura, alle grandi infrastrutture (partono i lavori della diga di Ridracoli); realizzazione di un diffuso sistema di servizi sociali per l'infanzia, anziani, sanità, ecc. e ampia dotazione in campo civile (trasporti, metano, smaltimento rifiuti, ecc.); nuova pianificazione urbanistica con marcato riferimento ai Peep e alla salvaguardia dei centri storici. Secondo i dati delle Camere di commercio riguardanti il Pil (rapportabile al valore aggiunto) il forlivese passò dal 56° posto nella graduatoria delle provincie, occupato nel 1970, al 13° nel 1986. Il numero degli iscritti crebbe continuamente arrivando a superare le 36.000 unità. Si aprirono nuove sezioni e furono costituiti altri comitati comunali e di zona per un più efficace lavoro decentrato. Il grande incremento delle entrate per tesseramento e sottoscrizioni consentì notevoli investimenti nelle sedi del partito e in una parte delle case del popolo, permise di tappare i buchi di bilancio e di realizzare un vero e proprio contratto di lavoro per i funzionari superando situazioni di grande precarietà.

Dopo 26 anni, il 29 luglio 1989 (il primo numero esce il 25 febbraio del 1963), viene pubblicato l'ultimo numero del periodico della Federazione del Pci «Il Forlivese». Dal 15 al 19 gennaio 1991 si tiene l'ultimo congresso della Federazione forlivese del Pci (il ventitreesimo), in preparazione al XX Congresso nazionale di Rimini, che porterà alla trasformazione in Partito democratico della sinistra.

I segretari della Federazione provinciale forlivese del Pci:

- Aldo Giulianini, 1921-1922;

- Luigi Mancini, 1922-1923;

- Agosto Franco, 1924-1932;

- Adamo Zanelli, 1943-1948;

- Gaetano Chiarini, 1948-1950;

- Giorgio Scarabelli, 1950-1956;

- Sergio Flamigni, 1956-1961;

- Giorgio Ceredi, 1961-1972;

- Giorgio Zanniboni, 1972-1976;

- Angelo Mini, 1976-1983;

- Sauro Sedioli, 1983-1989.