Luigi Longo

15 marzo 1900 - 16 ottobre 1980

Nacque il 15 marzo 1900 a Fubine Monferrato, in provincia di Alessandria, in una famiglia di vignaioli piccoli proprietari. In seguito alla crisi economica che colpì il settore, nel 1907 si trasferì con la famiglia a Torino, dove il padre aprì una mescita di vino.

Dopo aver conseguito il diploma presso una scuola tecnica, si iscrisse alla Facoltà di ingegneria del Politecnico di Torino, ma fu costretto a interrompere gli studi universitari per la chiamata alle armi del suo scaglione di leva. Durante il periodo in cui svolse il servizio militare a Clusone, come bersagliere del VII reggimento, si avvicinò agli ideali socialisti attraverso la lettura clandestina de «L'Avanti!», della biografia di Karl Marx edita da Formiggini e dei classici del marxismo. Alla fine della guerra fu inviato alla Scuola allievi ufficiali di Parma e subito dopo svolse servizio di aspirante di prima nomina a Cosenza.

Congedatosi dall'esercito, nel febbraio del 1920 fece ritorno a Torino dove si iscrisse alla Federazione giovanile socialista italiana. Sostenitore delle tesi di Amadeo Bordiga, fu segretario del gruppo studentesco universitario, dirigente della Sezione torinese assieme a Giovanni Parodi e segretario responsabile della frazione astensionista in Piemonte. Nel frattempo, venne assunto come impiegato in un ufficio amministrativo della Fiat e nel settembre 1920 partecipò al movimento di occupazione delle fabbriche. Risale allo stesso anno l'avvio della collaborazione con «L'Ordine nuovo», prima sulle colonne della rubrica e, dopo la costituzione del Pcd'I, come responsabile per la federazione giovanile della rubrica Tribuna dei giovani. Nel 1921 partecipò al congresso di Livorno come delegato della Sezione giovanile torinese. Non prese parte, invece, per motivi di studio, all'VIII Congresso della Fgsi (29-31 gennaio 1921) che sancì l'adesione al neo costituito Partito comunista d'Italia (Pcd'I).

Eletto nel Cc della Federazione giovanile del Pcd'I, il partito gli affidò l'incarico di organizzare a Torino e in Piemonte le squadre armate di difesa contro la violenza delle squadre fasciste. Collaboratore di Bordiga alla stesura delle tesi per il II Congresso del Pcd'I (20-24 marzo 1922), nello stesso anno rappresentò, insieme con Edoardo D'Onofrio e Aldo Gorelli, la Fgcd'I nella delegazione italiana al IV Congresso dell'Internazionale comunista (Ic), a Mosca. In tale occasione partecipò anche al III Congresso dell'Internazionale comunista della gioventù (Kim), con le funzioni di segretario della delegazione del suo paese. Fautore della fusione con il Psi, nonostante il parere contrario di Bordiga, al rientro in Italia riprese il lavoro nella Fgcd'I assumendo la direzione del periodico «L'Avanguardia». Risale a questi anni l'adozione degli pseudonimi Duelle, Aleramo, Gotta, Galli e quello definitivo, Gallo.

Fallito dopo la marcia su Roma ogni tentativo di far uscire il giornale, nel 1923 si trasferì a Milano assieme al gruppo dirigente della federazione giovanile, con l'obiettivo di riorganizzare la Fgcd'I e pubblicare il periodico «La Voce della gioventù». In maggio il centro venne individuato e arrestato, con l'accusa di complotto contro la sicurezza dello Stato. Trasferito in dicembre nel carcere romano di Regina Coeli, fu liberato senza processo nel marzo del 1924, prima delle elezioni politiche. Dopo la scarcerazione, il partito lo inviò nuovamente a Milano, con l'incarico di responsabile dell'organizzazione del lavoro giovanile nel Nord e di direttore de «L'Avanguardia»: è in questa veste che intervenne, sempre in rappresentanza della frazione bordighiana, alla conferenza di Como del maggio 1924. Nel 1925 fu tra gli animatori dei convegni preparatori del III Congresso del Pcd'I, con una posizione ormai critica del bordighismo. A Reggio Emilia, dove si era recato per una riunione, subì un'aggressione squadrista, venne arrestato dalla polizia e rispedito a Milano col foglio di via obbligatorio. Nel febbraio 1926 partecipò al congresso della Fgcd'I svoltosi clandestinamente nel territorio di Biella, al "Palazzo della ruota", contribuendo a far ottenere la maggioranza dei voti dei delegati alle tesi gramsciane. Nello stesso anno prese parte, ancora come delegato della federazione giovanile, al III Congresso nazionale del Pcd'I, tenutosi a Lione. Risale al febbraio del 1926 anche il suo secondo viaggio a Mosca, dove il partito lo inviò quale delegato della federazione giovanile al Comitato esecutivo del Kim. Nel 1927 venne eletto al Cc, all'Ufficio politico e alla Segreteria del Pcd'I, e fu inviato a Parigi per dirigere il Centro estero giovanile. Successivamente venne trasferito a Lugano, dove con Togliatti e Ruggero Grieco fu organizzatore e docente della scuola politica di addestramento quadri di Liestal, collaborando alla realizzazione della conferenza di Basilea. Nel 1928 si recò nuovamente in Unione sovietica per partecipare al VI Congresso dell'Ic. Rientrato a Parigi, gli venne assegnata la direzione dell'Ufficio speciale per la preparazione dei documenti e della Sezione di organizzazione del Centro estero del partito. Questo lavoro costituirà il tema della sua relazione al IV Congresso del Pcd'I (14-21 aprile 1931), che confermò la sua presenza nel Cc e nell'Ufficio politico.

Dalla fine del 1932 agli inizi del 1934 fu ancora il delegato del partito a Mosca, presso il Ce dell'Internazionale. Nel 1934 venne richiamato a Parigi. Componente dell'Ufficio politico del Centro estero, fu autore con Pietro Nenni del primo manifesto unitario con il Psi e componente della delegazione del Pcd'I incaricata di redigere il patto d'unità d'azione con i socialisti, firmato il 9 agosto del 1934. Responsabile a Parigi dei gruppi italiani nel Pcf, nel 1935 fu tra i promotori della conferenza di Bruxelles contro la guerra. Tra i primi a giungere in Spagna in difesa della repubblica dopo la rivolta dei generali nazionalisti, ebbe l'incarico di organizzare l'arrivo e l'inquadramento dei volontari internazionali. Commissario politico del battaglione e poi della XII Brigata Garibaldi, venne ferito con Antonio Roasio presso Madrid, nella battaglia di Pozuelo di Alarcòn. Nel dicembre 1936 fu nominato commissario politico delle Brigate internazionali e dei servizi sanitari internazionali, con il grado di generale di divisione. Partecipò in prima linea a tutta la campagna di guerra e, alla fine del 1938, assunse il controllo dello scioglimento delle brigate internazionali. Nel febbraio 1939 tornò a Parigi, dove fu nominato segretario dell'organizzazione unitaria antifascista Unione popolare italiana e partecipò alla conferenza che in agosto elesse il nuovo Cc del Pcd'I, sciolto d'autorità l'anno precedente dall'Internazionale comunista.

Allo scoppio della guerra, fu denunciato alla polizia francese, arrestato e recluso alla Sainté di Parigi. Successivamente venne internato assieme ad altri comunisti nel campo di concentramento di Vernet sur Ariége e trasferito agli inizi del 1941 al campo di transito di Les Milles, vicino Marsiglia. Dopo un fallito tentativo sovietico di ottenerne la liberazione, nel maggio dello stesso anno venne consegnato alle autorità italiane di occupazione che lo inviarono al confino a Ventotene. Liberato alla metà di agosto del 1943, si recò a Roma, dove lavorò alla redazione del documento. Dopo aver partecipato nel settembre 1943 alla difesa di Roma con lo pseudonimo di Italo, si recò a Milano dove assunse la direzione del movimento politico e militare del Pci nell'Italia del Nord, ristabilendo i contatti con il centro dirigente romano interrottisi dopo l'armistizio. Nominato vice comandante del Corpo volontari della libertà (Cvl) assieme a Ferruccio Parri, nell'inverno 1944-1945 si oppose alla smobilitazione delle unità partigiane proposta dal generale Alexander. Nel dopoguerra, con il V Congresso nazionale del Pci (29 dicembre 1945 - 6 gennaio 1946) divenne vice segretario del partito e, dopo il IX Congresso (30 gennaio - 4 febbraio 1960) vice segretario generale, carica che mantenne sino al 26 agosto 1964 quando, in seguito alla morte di Togliatti, fu eletto segretario generale.

Membro della Direzione e della Segreteria, fu direttore del periodico «Vie nuove» dal gennaio 1946 al 5 novembre 1956 e responsabile della Sezione lavoro di massa per un decennio, dal 21 gennaio 1948 al 15 luglio 1958. Nel settembre 1947 partecipò al congresso di fondazione del Cominform. A causa delle sue condizioni di salute, in occasione del XIII Congresso (13-17 marzo 1972) lasciò la segreteria del partito a Enrico Berlinguer e venne eletto presidente. In questi anni si dedicò alla pubblicazione delle sue memorie e di ricerche documentarie sulla Resistenza e le Brigate internazionali di Spagna. Consultore nazionale e deputato all'Assemblea costituente, venne eletto alla Camera in tutte le legislature dell'Italia repubblicana. Morì a Roma il 16 ottobre 1980.

Complessi archivistici

Luigi Longo