Partito comunista d'Italia

1921 - 1943

Descrizione del contenuto

L'archivio del Pcd'I costituisce il fondo n. 513 dell'archivio del Comitato esecutivo del Comintern, conservato nell' ex Istituto del marxismo-leninismo (Iml), oggi Archivio di Stato russo per la storia politica e sociale (Rgaspi) di Mosca, e contiene la documentazione scambiata dalla sezione italiana con il Comitato esecutivo del Comintern e con il proprio rappresentante presso il Comintern, oltre alla documentazione relativa alla vita e alla organizzazione interna del Pcd'I.

Sino al 1926 il partito italiano trasmise al Comitato esecutivo del Comintern tutte le carte necessarie ai normali legami politici e organizzativi propri delle organizzazioni centralizzate: i verbali delle riunioni del comitato centrale, i verbali delle riunioni delle delegazioni italiane ai congressi o alle riunioni del comitato esecutivo del Comintern, la corrispondenza tra la direzione italiana e lo stesso comitato esecutivo, i rapporti sulla situazione italiana. Altra documentazione veniva inviata al rappresentante italiano presso l'organizzazione internazionale: corrispondenza a lui indirizzata e le minute di quella in partenza indirizzata ad altri, i verbali dei comitati centrali e dell'ufficio politico, informazioni sullo stato del partito e sulle questioni politiche generali e particolari.

Dall'analisi della documentazione emerge che dal 1926 alla documentazione regolarmente inviata a Mosca si aggiungono interi blocchi di documenti relativi all'attività interna del partito, che contengono la corrispondenza tra i dirigenti del partito in Italia, il carteggio scambiato tra le varie sezioni di lavoro e tra gli organismi centrali con le organizzazioni regionali e provinciali.

Il fondo russo è suddiviso in tre inventari che si differenziano a seconda del grado di consultabilità delle carte, per un totale di 1688 fascicoli: l primo inventario conta 1589 fascicoli che contengono il carteggio del Pcd'I con l'Internazionale, documentazione relativa all'attività del partito in Italia e fra gli emigrati, i rapporti con il Soccorso rosso e in generale le carte relative all'attività del partito italiano; il secondo inventario, consistente di 84 fascicoli, contiene documentazione relativa ai quadri e al personale; il terzo inventario, di 15 fascicoli, contiene documentazione relativa all'attività del Pcd'I all'estero, in Francia in particolare, nei tardi anni Trenta.

Storia archivistica

La documentazione identificata come archivio Pcd'I venne trasmessa dal Partito al comitato esecutivo del Comintern, per la gran parte dal 1921 al 1939. Sino al 1926, il partito italiano trasmise tutte le carte necessarie ai normali legami politici e organizzativi propri delle organizzazioni centralizzate, ma con la salita al potere del fascismo e l'inizio delle persecuzioni e dei sequestri di materiali, la dirigenza del Pcd'I decise per la distruzione degli archivi periferici e la limitazione delle comunicazioni scritte nel territorio nazionale, nonché di spedire a Mosca la documentazione che si era salvata dalle distruzioni e dai sequestri e tutta la documentazione prodotta da allora in avanti. Il trasferimento dell'archivio del Pcd'I nell'archivio del Comintern iniziò nel 1927 e proseguì in modo abbastanza regolare sino al 1939. La decisione del partito italiano si sposò con la direttiva del segretariato del comitato esecutivo del Comintern emanata il 5 luglio 1926, nella quale si invitavano le sezioni nazionali ad inviare a Mosca tutti i materiali d'archivio sia di carattere segreto che non segreto dei quali non vi fosse bisogno nel lavoro corrente.

Ancora nel 1932 la Commissione politica e la Commissione permanente del Comitato esecutivo chiesero a tutte le centrali nazionali di trasferire a Mosca le proprie carte e nel 1934 la Commissione politica, con una decisione speciale, sollecitò la trasmissione delle carte italiane, in particolare i materiali riguardanti i quadri del partito e i fascicoli dei sospetti e di quanti fossero già stati smascherati per azioni di delazione e di provocazione. Il materiale veniva inviato in blocco col preciso intento di salvaguardarlo nella sua totalità: tra la documentazione infatti è possibile trovare accanto al documento o alla lettera dattiloscritta, la minuta manoscritta della lettera, o verbali manoscritti e appunti per interventi a qualche riunione.

Il materiale del partito italiano versato nell'archivio del Comintern venne sicuramente ordinato una prima volta nel 1934 da Luigi Amadesi, referente per il partito italiano presso il Comintern, e, successivamente e in modo più sistematico, tra la fine del 1938 e l'inizio del 1939, da Marisa Montagnana, lo stesso Amadesi, Orazio Marchi e Giovanni Bretoni, con l'aiuto degli archivisti del Comintern.

L'archivio del Comitato esecutivo, dopo lo scioglimento della Terza Internazionale, pervenne all'Istituto del marxismo-leninismo in uno stato di completo disordine, raccolto in sacchi e privo di qualsiasi elenco descrittivo. Un primo riordinamento venne effettuato dividendo tutto il materiale con criteri esclusivamente geografici, ma in seguito le difficoltà di contestualizzazione e di interpretazione del materiale ne imposero una ricollocazione sulla base delle strutture organizzative e territoriali del Comintern. L'intero archivio fu ordinato per fondi e ad ogni fondo venne assegnato un numero: il numero 513 identifica l'archivio del Pcd'I.

Il fondo Pcd'I è oggi suddiviso in tre inventari che si differenziano a seconda del grado di consultabilità delle carte. L'ordine dei fascicoli all'interno degli inventari è cronologico. Il grosso della documentazione copre gli anni Venti e la prima metà degli anni Trenta, diventando meno consistente per gli anni Quaranta. In particolare, nell' ordinamento dei fascicoli presenti nel 1° inventario, il più consistente dei tre, si individua un susseguirsi non formalizzato di "titoli" che procedono secondo un ordine gerarchico: dagli organismi centrali internazionali alle strutture periferiche nazionali, dagli organismi dirigenti alle sezioni di lavoro, dal partito alle organizzazioni di massa.

La Fondazione ha ottenuto la riproduzione di 1.128 fascicoli sui 1.589 complessivi del 1° inventario, di 81 su 83 fascicoli del 2° inventario e di 14 fascicoli su 15 del 3° inventario. Dopo la pubblicazione on line dell'inventario russo del fondo del Pcd'I (a oggi rimosso dal web) è stato possibile verificare che la maggior parte dei fascicoli non riprodotti contengono documenti presenti in copia nei fascicoli riprodotti, mentre più insidiose rimangano le lacune all'interno dei fascicoli. Le copie dei documenti sono state riordinate secondo l'ordine esistente nell'archivio di provenienza: i documenti provenienti da uno stesso fascicolo, versati alla fondazione in diversi momenti e in diversi microfilm sono stati recuperati e riunificati; una volta ricostituiti i fascicoli, gli stessi sono stati ordinati nei tre inventari di provenienza e descritti.

La documentazione è stata riprodotta nel corso di diverse missioni dai ricercatori della Fondazione Gramsci. Le missioni per il recupero della documentazione si svolsero negli anni sessanta sino ai primi anni settanta guidate da Franco Ferri; nel 1989 e nel 1990 da Aldo Agosti, Linda Giuva e Claudio Natoli e dal 1993 sino ai primi anni duemila furono curate da Silvio Pons. 

Strumenti di corredo

La documentazione recuperata in copia dal fondo dell'Archivio di Stato russo per la storia politica e sociale (Rgaspi) di Mosca è accessibile agli studiosi in formato digitale presso la Fondazione.

Bibliografia

Partito comunista d'Italia, in Guida agli archivi della Fondazione Gramsci di Roma, a cura di Linda Giuva, Roma, 1994, pp. 4-10;

Cristiana Pipitone, Gli archivi del Pci: il fondo 513 tra Roma, Mosca e Roma, intervento al seminario «Regards croisées sur les archives des partis communistes francais et italien», Fondation Gabriel Péri, Parigi 2011;

Silvio Pons, Giovanna Bosman, Gli archivi del Partito comunista italiano, in Gli archivi della politica, a cura di Monica Valentini, Firenze, 2016, pp. 33-46.

fascicoli: 1687

Soggetto produttore

Partito comunista d'Italia (Sezione dell'Internazionale comunista)

Soggetto conservatore